Il 19 aprile 1943 a Varsavia (Polonia) gli ebrei superstiti alla deportazione del 1942, circa 60.000 sui 450.000 che confinati nel 1940, si barricano e ingaggiano con i tedeschi una battaglia disperata. Tutto nasce dall’ordine di Heinrich Himmler di completare il trasferimento degli ebrei entro il 15 febbraio 1943, ma l'inverno rigido e la necessità di utilizzare i mezzi di trasporto per esigenze prioritarie dell'esercito dopo il disastro di Stalingrado (Russia, Urss) impediscono alle SS di reperire i treni necessari. In primavera il generale Jurgen Stroop, incaricato dell'operazione, decide di procedere e i suoi piani prevedono di impiegare tre giorni. Ma quando i tedeschi con i carri armati, i lanciafiamme, l'artiglieria e le squadre di guastatori si presentano nel ghetto, gli ebrei, seppure armati soltanto di qualche pistola, di pochi fucili, di circa due dozzine di mitragliatrici e di granate fatte in casa, resistono strenuamente, barricati nelle cantine, nei sotterranei e nelle fognature, trasformate in piccole fortificazioni. L'organizzazione dei combattenti ebrei resisterà fino al 16 maggio 1943.