Il 25 maggio 1922 nasce a Sassari l'uomo politico e segretario del Pci Enrico Berlinguer. Discepolo di Palmiro Togliatti, si iscrive al Partito comunista nel 1943; negli anni Cinquanta è segretario della Federazione giovanile comunista, e nel 1968 viene eletto come deputato al Parlamento. Nel 1969 durante il XII congresso del partito diventa vicesegretario del PCI, con Luigi Longo segretario. Berlinguer succede a Longo nel 1972; la sua politica, negli anni del governo democristiano di Aldo Moro, viene definita "Compromesso storico" e si basa sul perseguimento di obiettivi comuni con la Democrazia Cristiana e il Partito socialista, per far fronte alla grave crisi economica e scongiurare un eventuale regresso verso l'autoritarismo, in risposta al dilagare delle agitazioni operaie. A tale impostazione sul piano della politica interna corrisponde un'evoluzione nella politica estera del partito: infatti Berlinguer favorisce e guida un progressivo allontanamento del PCI dalla linea politica dell'Unione Sovietica, proponendo l'"eurocomunismo". Nel gennaio del 1982 Berlinguer definisce esaurita la "spinta propulsiva" della Rivoluzione d'ottobre, ponendo le premesse del rinnovamento che contraddistingue l'attività del PCI negli anni immediatamente precedenti alla crisi del comunismo. Berlinguer muore improvvisamente, l'11 giugno 1984, durante un comizio a Padova nel corso di una campagna elettorale.