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Martedì 17 Maggio 2022
Il commissario Luigi Calabresi assassinato sotto la propria abitazione
Il 17 maggio 1992 alle 9,15 in via Cherubini a Milano, Luigi Calabresi, vice responsabile dell'ufficio politico della Questura viene colpito da due proiettili: uno alla nuca e uno alla schiena. Il nome del commissario è legato alle indagini sulla strage di piazza Fontana (12 dicembre 1969) e alla misteriosa morte in Questura dell'anarchico Giuseppe Pinelli (15 dicembre 1969, per la quale Calabresi verrà scagionato tre anni dopo essere stato assassinato). Il movimento Lotta Continua e il suo giornale non credono alla versione dell'incidente e avviano una violenta campagna di radical chic contro la Questura e lo stesso Calabresi, creando così le premesse del suo omicidio e dando il 18 maggio 1972 il titolo: «Ucciso Calabresi, il maggior responsabile dell'assassinio Pinelli». In un primo tempo il delitto Calabresi viene attribuito all'estrema destra e il 21 settembre 1972 vengono arrestati Gianni Nardi e Luciano Bruno Stefanò. Però, nel luglio 1988, Leonardo Marino, ex militante di Lotta Continua, si accusa dell'omicidio Calabresi e indica quali mandanti Adriano Sofri e Giorgio Pietrostefani, leaders del movimento nel 1972, e quale esecutore materiale Ovidio Bompressi. I tre vengono arrestati il 28 luglio 1988 e da allora inizia una lunga vicenda giudiziaria, passata attraverso ben 8 processi, che si conclude il 10 giugno 2003 quando la Corte di Strasburgo (Francia) dichiara irricevibile la richiesta sull'accoglibilità del ricorso di Sofri, Pietrostefani e Bompressi. Il 12 maggio 2004 il Presidente della Repubblica Ciampi da la medaglia d'oro al valore civile al Commissario Calabresi con 32 anni di ritardo.