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Sabato 14 Maggio 2022
Muore il drammaturgo August Strindberg, autore fecondo in molti campi
Il 14 maggio 1912 muore a Stoccolma (Svezia) il drammaturgo August Strindberg, autore fecondo, lascia, oltre ai lavori teatrali, romanzi, racconti, poesie, saggi, satire, e libri di viaggio. Strindberg nasce il 22 gennaio 1849 a Stoccolma ed è considerato il più illustre rappresentante della letteratura svedese; molti dei suoi oltre 70 lavori teatrali sono tuttora rappresentati nei teatri di tutto il mondo. Dopo aver frequentato l'università di Uppsala (Svezia), le sue prime opere, romanzi e lavori teatrali, presentano un carattere fortemente naturalistico, in polemica con il romanticismo prevalente nella letteratura svedese. Il suo primo successo letterario è “La camera rossa” 1879 che lo rende famoso. Seguirono alcune opere dominate dalla misoginia dell'autore (Sposi, 1884, Sposi II, 1886, e Apologia di un pazzo, 1887-1888). I lavori teatrali più importanti sono “Il padre” 1887, una tragedia familiare che illustra uno dei temi preferiti dell'autore, la crudeltà nella relazione matrimoniale e “La signorina Giulia” 1888. Dello stesso periodo le opere teatrali “Camerati” 1888 e “Creditori” 1889 e il romanzo capolavoro “Gli abitanti di Hemso” 1888. L'autobiografia “Inferno” (1897) descrive il periodo delle sue turbe mentali. Sotto l'influenza di Swedenborg e dei movimenti del simbolismo e dell'espressionismo, il clima dei suoi lavori successivi si modifica sensibilmente e ritrovando un equilibrio interiore che esprime in “Verso Damasco” (1898-1901), “Danza di morte” (1901) e “Il sogno” (1902). Nei romanzi “Stanze gotiche” e “Bandiere nere” si riavvicina al socialismo giovanile. L'ultimo suo dramma è “Grande strada maestra” (1909).