Il 13 maggio 1952 a New Delhi (India) viene rieletto premier Jawaharlai Nehru, detto Pandit, con Gandhi è considerato il maggiore statista indiano del XX secolo. Nehru nasce il 14 novembre 1889 ad Allahabad (India), membro di una delle più importanti famiglie indiane, dopo aver studiato legge a Cambridge (Inghilterra) e aver accostato il socialismo, ritorna in India, incontrando nel 1916 Gandhi. Con lui ha un rapporto di stretta collaborazione e di amicizia, pur differenziandosi per la sua concezione profondamente laica della politica. Nel 1918 Nehru entra nel Congresso Nazionale Indiano e ne diventa il leader dell'ala sinistra, di impostazione socialista, e il segretario generale. Più volte incarcerato dalle autorità coloniali inglesi, passa circa un decennio in prigionia. Durante la II guerra mondiale è strenuo avversario del nazismo, contro le tendenze filogiapponesi e filonaziste presenti nel movimento indipendentista indiano. Al momento della proclamazione dell'indipendenza dell'India, 1947, assume la carica di capo del governo: rieletto nel 1952, deterrà questa carica fino alla morte. All'interno del paese promuove un'opera di modernizzazione legata a un socialismo più influenzato dal buddhismo e dal gandhismo che dalle teorie marxiste; lotta per l'attuazione della riforma agraria del 1951; anche in politica estera cerca l'equidistanza tra i due blocchi, con una politica di buon vicinato verso l'Urss e con l'adesione al movimento dei non allineati, di cui è tra i massimi protagonisti. La breve guerra contro la Cina, 1962 e i suoi esiti fortemente negativi sono per lui un duro colpo politico e personale. Sua figlia Indira Gandhi gli succede alla guida dell'India. Nehru muore il 27 maggio 1964 a New Delhi.