Il 21 febbraio 1852 (secondo il calendario giuliano allora in vigore) muore a Mosca (Russia) lo scrittore e drammaturgo Nikolaj Gogol, iniziatore del realismo russo. Gogol nasce il 19 marzo 1809 (sempre secondo il calendario giugliano allora in vigore) a Sorotchinci (Ucraina) ed esordisce nel 1831 con i racconti ispirati al folclore ucraino "Veglie alla fattoria presso Dikan'ka" a cui seguono nel 1835 due raccolte: "Mirgorod", che comprende quattro racconti tra cui il più famoso è "Taras Bul'ba", e "Arabeschi", comprendente la novella "La prospettiva Nevskij". I posteri riuniranno i racconti di "Arabeschi" sotto il titolo comune di "Racconti di Pietroburgo", di cui fanno parte anche i successivi "Il naso", "Il calesse", e "Il cappotto". Nel 1836 Gogol fa rappresentare "L'Ispettore", satira atroce del mondo burocratico del tempo dello Zar Nicola I, che suscita la violenta reazione degli ambienti colpiti e procura a Gogol le prime amarezze. Ottenuta una pensione imperiale e il permesso di soggiornare all'estero, Gogol va a Roma e nel 1835 inizia le "Anime morte", e continua unicamente questo romanzo nel primo soggiorno romano. Nel 1842 ritorna a Pietroburgo (Russia) e pubblica il 9 maggio il primo volume delle "Anime morte", grandioso affresco della Russia contemporanea. Al 9 maggio 1842 risale anche la commedia minore "Il matrimonio". Nei tre anni seguenti Gogol vaga per l'Europa; da Roma nel 1848, va fino a Gerusalemme. Di ritorno in Russia si dedica alla prosecuzione e rifacimento della seconda parte delle "Anime morte" fino alla notte dei primi del 1852, in cui svegliato il servitore e fattosi accendere il caminetto, piangendo getta il manoscritto nel fuoco.