Il 27 gennaio 1962 a Napoli nella relazione di sette ore che apre il Congresso, il segretario della DC Aldo Moro propone di avviarsi verso sinistra per dare l'avvio a una nuova politica. Già dai primi mesi del 1960 si profila in concreto la possibilità di un ingresso del Psi nella maggioranza. Ma la situazione nella DC non è matura e la stessa Chiesa pone il veto. Ma Moro prosegue imperturbabile su questo progetto, lavora un anno intero ed è pronto a vararlo. Moro è il grande tessitore, non trascina, rimane sempre sotto tono nella lunga esposizione dove parla per sette ore di fila; non magnetizza di certo con la sua voce, eppure è lui a dirigere l'orchestra, lui l'artefice ideologico, sara' lui a formare il prossimo governo Fanfani, lui a dargli l'investitura politica e l'ossigeno, a questo governo e a quelli che verranno d'ora in avanti, a quelli che lui guiderà; ma anche quando non vi parteciperà sarà sempre lui il regista. Moro nasce il 23 settembre 1916 a Maglie (Lecce), Cinque volte Presidente del Consiglio dei ministri, guida governi di centro-sinistra (1963-68) promuovendo nel periodo 1974-76 la cosiddetta strategia dell'attenzione verso il Partito Comunista Italiano attraverso il cosiddetto compromesso storico. È uno dei quattro Presidenti del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana ad aver ricoperto questa carica per un periodo cumulativo maggiore di cinque anni. Moro viene rapito il 16 marzo 1978 e assassinato il 9 maggio successivo dalle Brigate Rosse.