Il 31 dicembre 1991 cessa ufficialmente di esistere l'Urss - Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (Soyuz Sovyetskik Sotsialistieskik Respublik), stato federale plurinazionale composto da popolazioni di ceppo euroasiatico, sorto in seguito alla Rivoluzione russa del 1917 sul territorio dell'ex impero russo. La storia dell'Urss inizia infatti il 7 novembre del 1917 (il 25 ottobre secondo il calendario giuliano allora in vigore), quando al culmine della rivoluzione il Congresso dei Soviet, guidato dal partito bolscevico, assume il potere e costituisce il nuovo governo rivoluzionario presieduto da Lenin. Il Congresso emana immediatamente alcuni decreti che prevedono il ritiro del paese dalla prima guerra mondiale, la nazionalizzazione di tutte le terre e la formazione di un Consiglio dei commissari del popolo quale braccio esecutivo del governo, garantendo i diritti di eguaglianza e di autodeterminazione a tutti i gruppi etnici che popolano il territorio dell'ex impero russo. In precedenza il governo sovietico proclama la separazione tra Stato e Chiesa: viene concessa la libertà individuale di culto, ma lo Stato di fatto si oppone a qualsiasi forma di religione organizzata. Le politiche fondamentali contenute in questi decreti sono incorporate nella prima Costituzione sovietica, adottata nel luglio 1918.