Il 13 dicembre 1981 a Varsavia (Polonia) il generale Jaruzelski, premier e capo del partito comunista proclama lo stato di guerra e annuncia l'istituzione di un Consiglio militare di salute nazionale, dopo che durante la notte le sedi del sindacato Solidarnosc, guidato dal cattolico Lech Walesa vengono accerchiate, i dirigenti arrestati, le linee telefoniche e le vie di comunicazione interrotte. L'esercito presidia Varsavia, è instaurato il coprifuoco, sono proibite le riunioni e chiuse le scuole e le università. La legge marziale resta in vigore sino al 1983. Il sindacato Solidarność è sospeso, il suo leader Lech Wałesa e migliaia di suoi aderenti sono arrestati. Ogni opposizione politica è bandita e soppressa. Solidarność sopravvive come movimento d’opposizione clandestino, con un seguito popolare sufficiente a obbligare il regime a continue e graduali concessioni. Riceve inoltre il sostegno della Chiesa polacca, rafforzata dalle visite di Papa Giovanni Paolo II del 1983 e 1987.