Il 7 dicembre 1941 alle 7,55 ora locale oltre 200 aerei nipponici al comando del generale Fuchida, attaccano di sorpresa la base aereo-navale americana di Pearl Harbor (Hawaii, Usa). Il contingente aereo è scortato da alcune navi da battaglia, navi ausiliarie e da una trentina di sommergibili. In quel momento alla base sono presenti 96 navi e 394 aerei statunitensi. Gli aerei giapponesi penetrano nella baia e, seguendo una rotta circolare aprono il fuoco. L'attacco provoca la distruzione di 188 aerei americani e il grave danneggiamento di altri 161. Vengono affondate 18 navi da guerra della marina americana. Grazie a questo attacco a sorpresa le perdite americane sono elevatissime mentre quasi tutti gli aerei giapponesi rientrano nelle loro basi senza conseguenze. Il nerbo della flotta Usa del Pacifico è eliminato dalla lotta ancora prima che questa abbia inizio: occorrerà molto tempo perché la potenza industriale americana colmi i vuoti e prenda il sopravvento. Quando i rappresentanti diplomatici giapponesi a Washington (Usa) si recano al Dipartimento di Stato per notificare la rottura delle relazioni tra i due paesi, l’operazione di Pearl Harbor è già in corso da mezz’ora. L'8 dicembre 1941 il Giappone riceve dagli Stati Uniti la dichiarazione di guerra.