Il 2 dicembre 1961 a Gerusalemme (Israele) viene condannato a morte il gerarca nazista Adolf Eichmann, responsabile del massacro di migliaia di ebrei. Karl Adolf Eichmann nasce il 19 marzo 1906 a Solingen (Germania) e dopo il 1933 incontra a una manifestazione politica un vecchio amico di famiglia, Ernst Kaltenbrunner, alle cui dirette dipendenze entra nelle SS. Studioso dell'ebraismo nel 1938, espelle 50.000 ebrei dall'Austria e diventa colonnello delle SS e dirigente la sezione B4 della IV Sezione del Reichssicherheitshauptamt, incaricato della "soluzione finale" per gli ebrei slovacchi, polacchi e ungheresi. Il suo compito è quello di organizzare le deportazioni in massa avviando i treni carichi di ebrei verso i lager. Abbandonata Budapest (Ungheria) poco prima dell'arrivo delle truppe russe, si trasferisce a Vienna (Austria) e a Berlino (Germania) dove fa perdere le sue tracce. Condannato in contumacia al processo di Norimberga (Germania), viene catturato nel 1960 dal Mossad (il servizio segreto isareliano) in un sobborgo di Buenos Aires (Argentina), dove da 15 anni vive sotto il falso nome di Richard Klement. Eichmann muore impiccato il 31 maggio 1962, dopo che la Corte Suprema israeliana respinge, il 29 maggio, l'appello presentato dal suo avvocato Robert Servatius.