Il 27 novembre 1871 viene inaugurato a Roma palazzo Montecitorio la nuova sede della Camera dei deputati del Regno d’Italia. Il compito di edificare l'aula dell'Assemblea è affidato all'architetto Paolo Comotto, che vi provvede in tempi molto rapidi, costruendo nel grande cortile una sala semicircolare a gradinate su un'intelaiatura di ferro interamente ricoperta di legno. Per quanto inizialmente lodata, la nuova aula si dimostra tuttavia presto inadeguata, dotata di una pessima acustica, caldissima d'estate e freddissima d'inverno tanto che i deputati vennero autorizzati dal Presidente nelle giornate particolarmente rigide anche a tenere in testa il cappello. Fallito un tentativo di costruire in Via Nazionale un nuovo palazzo del Parlamento (destinato a ospitare anche il Senato), nel 1900 i Questori della Camera decisero di chiudere l'aula Comotto e di trasferire i lavori dell'Assemblea in un'auletta provvisoria che rimarrà in funzione fino al 1918. Il Governo aveva intanto affidato all'architetto Ernesto Basile il compito di ampliare la sede della Camera secondo un progetto che fu realizzato costruendo un nuovo edificio alle spalle dell'antico.