Nella notte tra il 14 e il 15 novembre 1951, dopo sei giorni di piogge ininterrotte, l'Italia viene colpita da una delle più grandi calamità naturali di tutta la storia. Gli argini del Po vengono travolti e le acque del fiume si spargono su un'area di terreni coltivati di oltre 100mila ettari, invadendo con metri d'acqua due terzi della provincia di Rovigo. Vengono distrutte 700 case e oltre 5000 rimangono danneggiate. Un centinaio le vittime, 84 solo nel 'camion della morte', che con una novantina di fuggiaschi a bordo viene inghiottito dall'acqua a Frassinelle Polesine (Rovigo); 200mila i senzatetto, un numero imprecisato gli animali affogati. Ma soprattutto un destino economico e sociale segnato per molto tempo a venire, con una perdita nel decennio successivo di 80mila residenti.