Il 31 ottobre 1961 il giorno dopo la chiusura del XXII Congresso del Pcus,a Mosca (Russia, Urss),la salma di Stalin viene cremata e viene tolto il nome di Stalin dal frontone del Mausoleo della Piazza Rossa, che da otto anni custodisce la sua salma, accanto a quella di Lenin. Iosif Stalin nasce il 24 novembre 1878 (secondo il calendario giuliano allora in vigore) a Gori (Georgia). Capace organizzatore, dotato di grande energia e di durezza di modi e di metodi, nonché strettamente fedele alle direttive di Lenin, Stalin diventa uno dei principali capi della rivoluzione d'ottobre e del nuovo Stato socialista: l'Unione Sovietica. Il suo ruolo e il suo potere politico crescono durante la guerra civile russa in cui svolge compiti politico-militari di grande importanza, entrando spesso in rivalità con Lev Trockij. Alla morte di Lenin assume progressivamente la carica politica più alta in Unione Sovietica. Nel campo della politica estera Stalin, timoroso delle minacce tedesche e giapponesi alla sopravvivenza dell'Unione Sovietica, in un primo momento adotta una politica di collaborazione con l'Occidente secondo la dottrina della sicurezza collettiva; dopo l'accordo di Monaco (Germania), con cui Regno Unito e Francia danno a Hitler carta bianca per lo smembramento della Cecoslovacchia, Stalin, sospettoso delle potenze occidentali e intimorito dalla potenza tedesca, preferisce ricercare un accordo temporaneo con la Germania nazista che favorisce l'espansionismo sovietico verso occidente e i Paesi Baltici. Colto di sorpresa dall'attacco iniziale tedesco con il quale la Germania nazista violava il patto di non aggressione sottoscritto dalle due potenze solo due anni prima, nonostante alcuni errori di strategia militare nella fase iniziale della guerra, Stalin riorganizza e dirigecon efficacia il Paese e l'Armata Rossa fino a ottenere, pur a costo di gravi perdite militari e civili, la vittoria totale nella grande guerra patriottica. Stalin riveste un ruolo di grande importanza nella lotta contro il nazismo e nella sconfitta di Hitler; le sue truppe, dopo aver liberato l'Europa orientale dall'occupazione tedesca, conquistano Berlino (Germania) e Vienna (Austria) costringendo lo stesso Hitler al suicidio. Dopo la vittoria Stalin, divenuto detentore di un enorme potere in Unione Sovietica e nell'Europa centro-orientale e assurto al ruolo di capo indiscusso del comunismo mondiale, accresce il suo dispotismo violento riprendendo politiche di terrore e di repressione, mentre l'URSS soffre un'altra carestia e sviluppa armi nucleari. Stalin muore il 5 marzo 1953 a Mosca (Russia, Urss) per morragia cerebrale lasciando l'Unione Sovietica ormai trasformata in una grande potenza economica, una delle due superpotenze mondiali dotata di armi nucleari, e guida del mondo comunista.