Il 30 ottobre 1821 (secondo il calendario giuliano allora in vigore) nasce a Mosca (Russia) lo scrittore Fjodor Mikhailovich Dostoevskij, che ha una vita irrequieta e tormentata, anche a causa della salute precaria. Dostoevskij esordisce nel 1846 con il romanzo "Povera gente", molto apprezzato dalla critica, e nel 1849 viene arrestato per le sue simpatie socialiste e condannato a morte, ma all'ultimo momento la pena è commutata in quattro anni di lavori forzati in Siberia (narrati nei "Ricordi di una casa di morti", 1861-62). Tornato a Pietroburgo, Dostoevskij si dedica alla letteratura e scrive le sue opere migliori pur tra le difficoltà materiali, morali e di salute (soffre di epilessia) in cui si dibatte: "Il sosia", 1846, "Le notti bianche", 1848, "Umiliati e offesi", 1862, "Memorie del sottosuolo", 1865, "Delitto e castigo", 1866, "Il giocatore", 1867, "L'idiota", 1868, "I demoni", 1873, "I fratelli Karamazov", 1879-90, considerato il suo capolavoro. Dostoevskij muore il 28 gennaio 1881 (sempre secondo il calendario giuliano allora in vigore) a San Pietroburgo (Russia).