Il 27 settembre 1871 nasce a Nuoro la scrittrice Grazia Maria Cosima Damiana Deledda che nel 1926 riceve il Premio Nobel per la letteratura, unica italiana a ottenere il prestigioso riconoscimento per laletteratura e seconda donna dopo la svedese Selma Lagerlof. La Deledda, autodidatta, legge i romanzi d'appendice e la tarda narrativa romantica. Si trasferisce a Roma dove conduce vita appartata. Esordisce con "Racconti sardi" (1894) e "Anime oneste" (1895). Il suo primo romanzo è "La via del male" (1896). La Deledda pubblica il suo capolavoro nel 1903 con "Elias Portolu". Seguono "Cenere" (1904); "L'edera" (1906); "Colombi e sparvieri" (1912); la raccolta di novelle "Chiaroscuro" (1912). Un nuovo vertice è raggiunto con "Canne al vento" (1913), che oscilla tra due motivi: la fragilità umana davanti al male e il destino che travolge impietosamente gli uomini come deboli canne. Tra le numerose opere successive sono da ricordare: "Marianna Sirca" (1915), "L'incendio nell'uliveto" (1918), "La madre" (1920) Grazia Deledda muore il 15 agosto 1936 a Roma.