Il 14 settembre 1321, nella notte, muore a Ravenna il sommo poeta Dante Alighieri. Dante nasce nel 1265 a Firenze da una famiglia guelfa. Allievo di Brunetto Latini, si dedica alla poesia stringendo amicizia con i poeti stilnovisti Guido Cavalcanti, Lapo Gianni e Cino da Pistoia. Nel 1274 incontra Beatrice Portinari, morta nel 1290, donna di cui si innamora e che ispira tutta la sua opera poetica. A lei dedica la "Vita nuova" (1292-93), raccolta di 31 liriche in una cornice di prosa. Combatte contro i ghibellini d' Arezzo a Campaldino (1289) e, iscrittosi all'arte dei medici e speziali (1295), ricopre cariche pubbliche: nel 1300 è priore; nel 1301 viene mandato, insieme ad altri ambasciatori, presso il papa Bonifacio VIII, per tentare di placare la sua ira contro i guelfi "bianchi". Mentre è a Roma, i "neri", con l'aiuto di Carlo di Valois, s'impadroniscono del potere e nel 1302 lo bandiscono da Firenze, condannandolo in contumacia, sotto l'accusa di baratteria, a una multa e poi al rogo. Durante l'esilio tra il 1304 e il 1310 Dante è a Verona presso gli Scaligeri e in Lunigiana presso i Malaspina; trova poi asilo presso Guido Novello da Polenta, signore di Ravenna, dove muore. L'esilio, esperienza centrale della vita di Dante, è anche il principale elemento ispiratore delle opere della maturità, prima su tutte la "Divina Commedia", suo capolavoro e fondamento della letteratura nazionale. Le altre opere sono: il "Convivio", 1304-07, il "De vulgari eloquentia", 1304-05 e il trattato "Monarchia", 1312-13.