L'8 agosto 2001 viene ritirato dal mercato il farmaco anticolesterolo venduto con i nomi commerciali di Lipobay, Cervasta e Stativa. Il provvedimento scatta dopo la segnalazione della morte di 53 persone che assumevano il Lipobay. In Italia il farmaco è assunto da 400.000 pazienti e sono segnalati solo 17 casi di sintomi lievi, con leggeri dolori muscolari. Contemporaneamente a Leverkusen (Germania) la Bayer, casa farmaceutica produttrice del famigerato prodotto, decide di ritirare dai mercati tutte le confezioni in commercio. Il 10 maggio 2021 la Corte di Cassazione italiana condanna la Bayer a risarcire i danni alla salute provocati dal suo farmaco anticolesterolo Lipobay a un medico veneziano che nel 1999 aveva iniziato ad assumere il prodotto per poi sviluppare seri problemi ai muscoli e alla respirazione, con conseguenti ricoveri. Non è nota la cifra del risarcimento. Gli 'ermellini' escludono che il bugiardino fosse sufficientemente chiaro a informare dei rischi correlati all'assunzione del farmaco definito "dannoso e difettoso". Gli 'ermellini' rilevano inoltre che il ritiro del farmaco dal commercio, "pur se volontario, depone invero per la violazione del principio di precauzione anteriormente all'immissione in commercio". Quindi anche quando Big Pharma corre ai ripari, il 'ravvedimento' è una 'attenuante'' . Sempre per quanto riguarda il bugiardino, la Cassazione scrive il suo 'decalogo' e avverte che il foglietto illustrativo dei farmaci non deve sostanziarsi "in una mera avvertenza generica circa la non sicurezza del prodotto". E' invece "necessaria" una "avvertenza idonea a consentire al consumatore di acquisire non già una generica consapevolezza in ordine al possibile verificarsi dell'indicato pericolo in conseguenza dell'utilizzazione del prodotto bensì effettuare una corretta valutazione (in considerazione delle peculiari condizioni personali, della particolarità e gravità della patologia nonchè del tipo di rimedi esistenti) dei rischi e dei benefici al riguardo, nonchè di adottare tutte le necessarie precauzioni volte ad evitare l'insorgenza del danno, e pertanto di volontariamente e consapevolmente esporsi al rischio". Il consumatore sarà chiamato a rispondere di concorso di colpa nel caso "di sottovalutazione o abuso del farmaco".