Il 24 luglio 1931 nasce a Bergamo il regista Ermanno Olmi, considerato un punto di riferimento inimitabile ed originale nel panorama cinematografico internazionale. Dal 1953 al 1961 dirige diversi interessanti documentari tecnico-industriali come "La diga sul ghiacciaio" e "Tre fili fino a Milano". Come Pierpaolo Pasolini è spesso anche operatore e montatore dei suoi film. Di origine contadina ama descrivere la vita degli umili. Il suo capolavoro, del 1978, è "L'albero degli zoccoli", vincitore della Palma d'oro al festival di Cannes; la storia, recitata in dialetto bergamasco da attori non professionisti, presenta la vita dei contadini in una cascina alla fine del 1800, in un continuo alternarsi di realistico e fantastico. Tra le altre sue opere di particolare rilievo: "Milano" (1983), "Il posto" (1961) "I fidanzati" (1962), "Lunga vita alla Signora" (1987, Leone d'argento alla Mostra di Venezia), "La leggenda del santo bevitore" (1988 Leone d'Oro alla Mostra di Venezia). Nel 1994 esce dal suo filone, dirigendo per la televisione, nel quadro del progetto Bibbia, "Genesi: la creazione e il diluvio". Nel 2005, con il corale "Tickets" (realizzato con Kiarostami e Loach) si allunga definitivamente la sua visuale anche al resto del mondo e non più semplicemente allo squarcio italiano. Dopo lo spirituale "Centochiodi" del 2007 Olmi dichiara che non girerà più film di finzione, ma tornerà al suo antico e primario amore, il documentario. Così che l'anno successivo, forse per fargli cambiare idea, Venezia gli tributa il Leone d'Oro alla Carriera, consegnatogli direttamente da Adriano Celentano. Olmi muore il 7 maggio 2018 all'Ospedale civile di Asiago (Vicenza).