Il 21 luglio 1921 a Sarzana (La Spezia) circa 600 fascisti toscani si presentano col proposito di far mettere in libertà dieci loro camerati carraresi detenuti nelle carceri di Sarzana dopo una spedizione punitiva in Val di Magra, e col proposito di rinvigorire il movimento fascista nella città, ostacolato dalla prevalenza delle forze avverse. Alla stazione un gruppo di carabinieri si oppone all'ingresso dei fascisti in città, e, tentando questi di passare a viva forza, fanno fuoco. I fascisti si disperdono lasciando alcuni morti e feriti, ma vengono inseguiti nelle campagne intorno a Sarzana dai cittadini che ne massacrano parecchi. Il bilancio si chiude con 18 morti e oltre 30 feriti.
Di fronte a questo episodio Mussolini, nel timore di un isolamento del fascismo, decide di riprendere le trattative per giungere a un patto con i socialisti.