Il 18 giugno 1931 a Roma viene emanata la legge 918 sul cinema. Lo Stato decide di intervenire a sostegno dell'industria cinematografica con cospicue sovvenzioni. Fino a questo momento il fascismo usa il cinema per fini propagandistici ed esercita su di esso un controllo di tipo esclusivamente censorio, perfezionando (con il Regolamento per la vigilanza governativa sulle pellicole cinematografiche del 23 settembre 1923 e con la legge del 24 giugno 1929) organismi esistenti già prima della marcia su Roma. Nell'ottobre 1933 una nuova legge offrirà particolari condizioni di favore per il cinema nazionale, imporrà il doppiaggio delle pellicole straniere, istituirà premi per i film italiani.