Il 12 giugno 1991 a Mosca(Urss) nelle prime elezioni a suffragio universale, Boris Eltsin è eletto alla presidenza della Repubblica russa con il 60% dei voti, più della maggioranza assoluta. Ostentando un’immagine di strenuo democratico e coerente riformista, riesce a imporsi sulla scena politica interna e internazionale, soprattutto in seguito al suo determinante intervento nel contrastare il tentativo di colpo di stato dell’agosto 1991. Approfittando della successiva crisi, Eltsin sottrarrà a Gorbaciov l'iniziativa politica. Alla fine del 1991, dopo il formale scioglimento dell’Unione Sovietica (21 dicembre) e le dimissioni di Gorbaciov (25 dicembre), Eltsin diventa l’incontrastato leader della Russia, alla quale trasferisce tutti i poteri dell'Unione Sovietica.