Il 28 maggio 1961 a Londra (Inghilterra) l'avvocato inglese Peter Benenson lancia dalle colonne del quotidiano "The Observer" un "Appello per l'amnistia": il suo articolo, intitolato "I prigionieri dimenticati", racconta la vicenda di due studenti portoghesi arrestati per aver brindato alla libertà, iniziando così una campagna per l'amnistia dei prigionieri di coscienza e l'avventura di Amnesty International. Amnesty International è un'Organizzazione non governativa indipendente, una comunità globale di difensori dei diritti umani che si riconosce nei principi della solidarietà internazionale. Amnesty International riceve il premio Nobel per la Pace nel 1977 per aver "contribuito a rafforzare la libertà, la giustizia e conseguentemente anche la pace nel mondo". Lo scopo di Amnesty International è quello di promuovere, in maniera indipendente e imparziale, il rispetto dei diritti umani sanciti nella "Dichiarazione universale dei diritti umani" e quello di prevenirne specifiche violazioni. Il simbolo di Amnesty International è la candela nel filo spinato. Il rapporto 2019 - 2020 stampato in giugno 2020 comprende oltre che panoramiche per ognuna delle sei macro-regioni, anche 19 approfondimenti per quelle nazioni del mondo che si sono più delle altre "distinte" per aver violato i diritti umani. Queste nazioni sono: Arabia Saudita, Brasile, Cina, Egitto, India, Iran, Libia, Myanmar, Polonia, Repubblica Centrafricana, Russia, Siria, Somalia, Sudan, Turchia, Ungheria e Venezuela ma anche Italia e Stati Uniti d'America.