Il 17 maggio 1991 a Roma il ministro dell'agricoltura Giovanni Goria (Dc) interviene sulla gestione della Federconsorzi, commissariandola perchè ha accumulato debiti per migliaia di miliardi. L'intervento del ministro è richiesto dall'Abi (Associazione Bancaria Italiana) dopo aver stimato che l'ammontare del debito dei Consorzi agrari d'Italia va dai 4000 agli 8000 miliardi di lire. Crolla così come un castello di carte l’impero di Arcangelo Lobianco, dal 1980 presidente della Coldiretti, che dal secondo dopoguerra gestiva la Federconsorzi.