Il 13 maggio 1981 alle 17,22 in Piazza San Pietro (Città del Vaticano), nella ricorrenza della prima apparizione della Beata Vergine Maria a Fatima (Portogallo), mentre papa Giovanni Paolo II sulla Papamobile scoperta sta attraversando la piazza piena di fedeli il turco Alì Agca spara due colpi contro il Pontefice, ferendolo gravemente all’addome; restano ferite anche due turiste. Il Papa è ricoverato d’urgenza al policlinico Gemelli dove, prima di essere operato, riceve l’estrema unzione dal suo segretario personale, mons. Stalislaw Dziwisz. Alì Agca viene subito arrestato e il 22 luglio 1981 i giudici della corte di Assise di Roma lo condannano all'ergastolo. L'anno seguente il Consiglio di sicurezza turco lo condanna alla pena di morte per l'assassinio di un giornalista, pena poi condonata e tramutata in dieci anni di carcere. Nel 1982 Agca cambia la sua versione difensiva, e a sorpresa inizia ad ammettere l'esistenza di una pista bulgara che collegherebbe i servizi segreti di quel Paese all’attentato al Papa. Nel 1987 Giovanni Paolo II riceve la mamma e il fratello di Agca che gli chiedono di intercedere per la grazia. Il Pontefice visiterà più volte il suo attentatore in carcere, in una serie di commoventi colloqui che dimostrano la grande umanità di Karol Wojtyla. In seguito al perdono di Papa Giovanni Paolo II e alla grazia concessa dal Presidente della Repubblica Ciampi il 13 giugno 2000, Ali Agca viene estradato a Istanbul (Turchia).