L'11 maggio 2001 muore a Catania l'attore teatrale Turi Ferro. Salvatore Ferro nasce il 21 gennaio 1921 a Catania ed inizia la sua attività, come attor giovane, nella compagnia Anselmi-Abbruzzo. Nel 1953, con Ida Carrara, tenta la via di capocomico, mettendo in scena “Il berretto a sonagli” (suo cavallo di battaglia), “Lumie di Sicilia” e “La bella addormentata” di Rosso di San Secondo. Nel 1957 costituisce l'Ente Teatro di Sicilia, diretto da Mario Giusti, che nel 1958 diventerà il Teatro stabile di Catania. Il suo repertorio ha come punto di riferimento la drammaturgia siciliana, da Capuana a Martoglio, da Pirandello a Rosso, a Joppolo, a Brancati, a Sciascia, a Fava. Nel 1962 interpreta “La grande speranza” di Rietmann; “Ciascuno a suo modo” di Pirandello; “I carabinieri” di Joppolo. Nel 1966 è il mago Cotrone nella memorabile messinscena di Strehler dei “Giganti della montagna”. Segue il sodalizio con Lamberto Puggelli, che lo dirige nei “Malavoglia”, in “L'ultima violenza” di Fava, “Il gallo” di Brancati e nel “Berretto a sonagli”. Le sue ultime interpretazioni sono: “Il gattopardo” da Tomasi di Lampedusa, regia di Puggelli (1996); “La tempesta” di Shakespeare, sempre con la regia del figlio Guglielmo (1997).