Il 10 maggio 2001 a Milano si conclude dopo sette ore e mezzo di camera di consiglio, con cinque condanne a 28 anni di reclusione, cinque a 25 anni, una a 18 anni e 8 mesi e due assoluzioni il processo per il sequestro di Alessandra Sgarella. La Sgarella rimane nelle mani dei rapitori per nove mesi: dall'11 dicembre 1997 al 4 settembre 1998. I giudici accolgono sostanzialmente le richieste del pubblico ministero che chiede undici condanne a 30 anni di reclusione e due assoluzioni. A 28 anni di carcere sono condannati Francesco Giorgi, Domenico e Francesco Perre (quest'ultimo è l'unico ancora latitante) e Antonio e Francesco Strangio; a 25 anni Giuseppe Anghelone, Francesco, Rocco e i due Vincenzo Lumbaca, il primo di 70 anni, il secondo di 42 anni; a 18 anni e 8 mesi di reclusione Saverio Gareffa, che beneficia della riduzione della pena dopo aver chiesto il rito abbreviato. Assolti, invece, Domenico Grillo e Sebastiano Giorgi. I giudici del tribunale di Milano impongono anche agli undici condannati il pagamento alla vittima di un miliardo per i danni morali e di 52.200.000 lire per le spese. La Sgarella muore il 27 agosto 2011 per un tumore alla Clinica Humanitas di Rozzano (Milano). „Per uno strano scherzo del destino, poche ore prima viene arrestato il settimo e ultimo componente della banda che l'aveva rapita, Francesco Perre, 44enne, latitante, bloccato in una zona di campagna dell'Aspromonte mentre era andato a dare un'occhiata alla sua piantagione di canapa indiana.