Il 19 aprile 1891 nasce a Bologna lo scrittore e poeta Riccardo Bacchelli. E' tra i fondatori della "Ronda", accademico d'Italia e dei Lincei. La sua vastissima produzione spazia dalla poesia alla narrativa, dalla saggistica al teatro. Il tema ricorrente nelle sue opere è la riflessione sulla condizione umana, sviluppata secondo uno stile che si rifà al filone manzoniano e quello carducciano. Tra i tanti suoi lavori, forse il più famoso è il romanzo "Il mulino del Po", 1938-40. La cosiddetta Legge Bacchelli (Legge n. 440 dell'8 agosto 1985) è una legge dello Stato italiano che prevede l'erogazione di un assegno straordinario vitalizio a quei cittadini che si siano distinti nel mondo della cultura, dell'arte, dello spettacolo e dello sport, ma versino in condizioni d'indigenza. Il nome con cui la legge è nota al pubblico si deve proprio al grande scrittore che tuttavia non ne beneficia mai perché muore l'8 ottobre 1985 a Monza, prima dipoter percepire la prima erogazione. La legge viene sollecitata da Maurizio Vitale, professore ordinario di Storia della Lingua italiana all'Università degli Studi di Milano, amico e consulente dello scrittore per le questioni linguistiche, e da Francesco Di Donato, allora giovane poco più che ventenne e poi professore ordinario di Storia delle istituzioni politiche all'Università degli Studi di Napoli "Parthenope". Di Donato riceve, alla morte dello scrittore, molti dei suoi effetti personali.