L' 11 aprile 1961 a Gerusalemme (Israele) inizia nel Beit Haam, la Casa del Popolo, il processo ad Adolf Eichmann come criminale di guerra. Eichmann pronuncia la frase "Im sinne der anklage nicht schuldig" (nel senso dell'accusa non sono colpevole), per quindici volte, quanti sono i capi d'accusa elencati dal presidente della Corte Suprema, Moshé Landau. Eichmann, figlio di un funzionario delle tranvie di Solingen, è colonnello delle SS (Ober Sturmbannfuhrer) e dirigente la sezione B4 della IV Sezione del Reichssicherheitshauptamt, incaricato della "soluzione finale" per gli ebrei slovacchi, polacchi e ungheresi. Il suo compito è quello di organizzare le deportazioni in massa avviando i treni carichi di ebrei verso i lager. Abbandonata Budapest (Ungheria) poco prima dell'arrivo delle truppe russe, si trasferisce a Vienna (Austria) e a Berlino (Germania), dove fa perdere le sue tracce. Condannato in contumacia al processo di Norimberga (Germania), viene catturato l'11 maggio 1960 dal Mossad (il servizio segreto isareliano) in un sobborgo di Buenos Aires (Argentina), dove da 15 anni vive sotto il falso nome di Richard Klement. Eichmannn muore impiccato il 31 maggio 1962, dopo che la Corte Suprema respinge, il 29 maggio, l'appello presentato dal suo avvocato Robert Servatius.