L'11 aprile 1901 nasce a Ivrea (Torino) Adriano Olivetti, figlio di Camillo Olivetti, fondatore (il 29 ottobre 1908) della Ing.C. Olivetti & C. prima fabbrica italiana di macchine per scrivere. Camillo muore nel 1943 e tocca ad Adriano dirigere l'azienda, diventando una figura di rilievo nel panorama economico, sociale e culturale italiano. La crescita della Olivetti, dal 1946 al 1958, è esponenziale: diventa una multinazionale e in dodici anni le consociate estere salgono da quattro a diciannove; cinque gli stabilimenti in Italia, altrettanti all'estero. Per ottenere questi risultati, Adriano Olivetti moltiplica i prodotti meccanici (la Divisumma costa 35mila lire e viene venduta a 350mila lire), chiama a Ivrea una serie di intellettuali (fra i tanti, impegnati in azienda e nelle attività culturali, lo scrittore Paolo Volponi, i poeti Franco Fortini e Giovanni Giudici, il critico letterario Renzo Zorzi, i sociologi Luciano Gallino e Franco Ferrarotti, il designer Ettore Sottsass), garantisce servizi sociali ai dipendenti (hai la depressione? L'azienda ti fa curare dai medici migliori e ti manda al mare in Toscana) e punta sulla prima elettronica. Nel 1958 partecipa, con il Movimento di Comunità, alle elezioni politiche nazionali: si dissangua finanziariamente e viene eletto solo lui. Nel 1959 esce sul mercato il calcolatore elettronico Elea 9003. Nello stesso anno, Olivetti compra la Underwood, compiendo la prima acquisizione italiana negli Stati Uniti. Adriano Olivetti muore improvvisamente il 27 febbraio 1960 ad Aigle (Svizzera) mentre sta andando in treno a Losanna (Svizzera).