Il 30 marzo 1911 a Roma entra in carica il quarto governo Giolitti. Dura fino al 21 marzo 1914. Il programma prevede la nazionalizzazione delle assicurazioni sulla vita e l'introduzione del suffragio universale, immediatamente realizzati (dal suffragio sono ancora escluse le donne). Il presidente del Consiglio spinge la maggioranza ad approvare il provvedimento che prevede la corresponsione di un'indennità mensile ai deputati. All'epoca i parlamentari non hanno alcun tipo di stipendio e/o indennità: ricevere denaro come retribuzione per l'attività politica svolta è considerato degradante in quanto irrispettoso dei cittadini e della cosa pubblica. L'unico "privilegio" concesso ai deputati è la tessera gratuita per le ferrovie.