Il 27 marzo 1941 a Belgrado (Iugoslavia) un gruppo di ufficiali dell’aeronautica, guidati dal capo di Stato Maggiore gen. Dusan Simovic, mette in atto un colpo di stato e rovescia il governo. Il Consiglio di Reggenza è sciolto, il principe Paolo Karadjordjevic - che il 25 marzo firma l'adesione al patto "tripartito" tra III Reich, Regno d'Italia e Impero del Giappone - viene esiliato ed è chiamato al trono il non ancora diciottenne Pietro, figlio dell’assassinato re Alessandro. Viene costituito un governo di unione nazionale, presieduto dallo stesso gen. Simovic, che tra i primi atti stipula un patto di non aggressione con Mosca. Da Berlino (Germania) Hitler dirama la direttiva n. 25, che ordina la liquidazione della Iugoslavia, paese che dopo il colpo di stato militare “deve essere considerato nemico e perciò schiacciato al più presto”.