Il 25 marzo 1991 muore per un tumore a Martigny (Svizzera) monsignor Marcel Lefebvre, vescovo cattolico francese di orientamento tradizionalista, che si oppone al rinnovamento voluto dalla Chiesa dopo il Concilio Vaticano II, i cui decreti vengono da lui accolti come un tradimento del millenario patrimonio dottrinale del cattolicesimo. Marcel François Lefebvre nasce il 29 novembre 1905 a Tourcoing (Francia). Raccogliendo dal 1970 nella Fraternità San Pio X i fedeli che condividono le sue posizioni, propone di formare, nella sede di Écône (Svizzera), un ordine di sacerdoti tradizionalisti, e si pone così in aperto contrasto con papa Paolo VI; nel 1976 Lefèvre incorre nella sospensione dal ministero per avere ordinato sacerdoti senza l'autorizzazione del Papa. La successiva consacrazione di quattro vescovi, da lui effettuata nel 1988 nonostante il divieto impostogli da papa Giovanni Paolo II, gli vale la scomunica e l'esclusione ufficiale della sua istituzione dalla Chiesa cattolica. La sua scomunica da parte della Chiesa è formalizzata il 30 giugno 1988, a firma del cardinale Bernardin Gantin. Subito dopo, il 2 luglio 1988, Giovanni Paolo II, con il motu proprio Ecclesia Dei (chiamato anche Ecclesia Dei adflicta), dichiara il proprio dolore per l'infelice conclusione della questione, parlando esplicitamente di «disobbedienza al Romano Pontefice in materia gravissima e di capitale importanza per l'unità della Chiesa» e di «atto scismatico» che ha per conseguenza diretta la scomunica. Tale atto scismatico è dovuto, secondo il Papa, a un'«incompleta e contraddittoria nozione di Tradizione».