Il 13 marzo 1881 a San Pietroburgo (Russia), giovani anarchici assassinano Alessandro II, lo zar riformatore. Aleksandr Nikolaevič Romanov nasce il 29 aprile 1818 a Mosca (Russia), sul trono dal 1855 abolisce la servitù della gleba, sopprime la tortura della fustigazione con lo knut (in vigore dal 1450), apre le università al popolo. Ma gli studenti nichilisti piccolo borghesi vogliono rovesciarlo e lo attaccano in 3 attentati (pistolettate nel 1866, poi bombe che distruggono il suo treno e la sua sala da pranzo). Convoca un embrione di parlamento, ma il quarto attentato gli è fatale: scampato a una prima bomba vicino alla sua carrozza, si ferma a confortare i feriti e viene ucciso da una seconda bomba insieme al primo attentatore. Gli altri autori del complotto, a seguito delle confessioni del Rysakov,sono arrestati pochi giorni dopo e giustiziati il 15 aprile 1881. Lo Zar Nicola II, figlio del defunto, abroga le riforme liberali del padre, incoraggia l’antisemitismo e la russificazione brutale delle minoranze spingendo la Russia e l’Europa verso future tragedie nel Novecento.