A partire dalla notte tra il 26 e il 27 febbraio 1971, L'Aquila è sconvolta da una sommossa popolare per la vicenda dello Statuto regionale della neo costituita Regione Abruzzo. Il tutto è scatenato dall'assegnazione all'Aquila o a Pescara delle sedi istituzionali di Giunta, Consiglio o assessorati: in tre giorni la folla da l'assalto alle sedi dei partiti, quelle della Dc e del Pci sono devastate, case di esponenti politici date alle fiamme, in molti per paura si danno alla macchia per giorni. In realtà il compromesso raggiunto in sede politica, è la causa per i moti dell'Aquila, pur assegnando alla città appenninica il titolo di capoluogo regionale, prevede una doppia sede per il consiglio e la giunta regionali, che si riuniscono all'Aquila e a Pescara[, e un maggior numero di assessorati regionali aventi sede nella città adriatica.