Il 24 febbraio 1991 muore a Milano Lina Volonghi, una delle attrici più significative dello spettacolo italiano. La Volonghi nasce il 4 settembre 1914 a Quarto (Genova), promettente campionessa di nuoto, si innamora ben presto del teatro e si presenta dal comico genovese Gilberto Govi, che nel 1933 la scrittura per un piccolo ruolo ne "I manezzi pe' majâ na figgia" di Nicolò Bacigalupo. Dopo sei anni lascia la compagnia di Govi e si trasferisce a Roma, riuscendo a farsi scritturare da Anton Giulio Bragaglia e dal Teatro delle Arti, per poi recitare accanto ai grandi del palcoscenico, come Ruggero Ruggeri, Renzo Ricci, Salvo Randone, Luigi Cimara, Laura Adani. Nell’immediato dopoguerra si impone nella commedia brillante ottenendo, dal 1949 al 1952, il "nome in ditta" accanto a Ernesto Calindri, Franco Volpi e Lia Zoppelli, coi quali lavora su testi di Shaw e Wilde. In seguito passa al Teatro Stabile di Genova per poi lavorare al fianco di grandi registi, come Luchino Visconti, Giorgio Strehler e Ivo Chiesa. Raggiunge l'apice della sua interpretazione drammatica con "Madre Coraggio" di Brecht, diretta da Luigi Squarzina nel 1970. Si afferma anche sul piccolo schermo come interprete di sceneggiati di grande successo, come "L’idiota" (1959), riduzione televisiva dell’omonimo romanzo di Dostoevskij diretta da Giacomo Vaccari.