Il 18 febbraio 1991 il ministro di Grazia e Giustizia Claudio Martelli decide il trasferimento del giudice Giovanni Falcone da Palermo a Roma, dove è chiamato a dirigere l'ufficio Affari Penali del Ministero di Grazia e Giustizia. Le decisioni del ministro della Giustizia, che qualche giorno dopo annuncia anche il trasferimento del giudice Francesco Ayala, collaboratore di Falcone al pool antimafia, suscitano polemiche all'interno del governo. Il 23 maggio 1992 il magistrato Giovanni Falcone, direttore degli affari penali del ministero di Grazia e Giustizia e candidato alla carica di Superprocuratore Antimafia, viene assassinato sull'autostrada Trapani-Palermo, nei pressi di Capaci. Una tremenda esplosione provocata da una carica di tritolo da 1000 Kg. posta in un sottopassaggio e fatta brillare con un comando a distanza, uccide Falcone, la moglie Francesca Morvillo (anche lei magistrato) e gli uomini della scorta, Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco di Cillo.