Il 12 febbraio 2001 a Washington (Usa) il consorzio di ricerca pubblico internazionale 'Human genome project' e la "rivale" Celera Genomics pubblicano le loro versioni complete della mappa del genoma umano, in contemporanea sulle riviste "Nature" e "Science". Le sequenze vengono messe a libera disposizione della comunità scientifica e non mostrano forti differenze. I risultati evidenziano che il codice genetico della specie umana è molto meno ricco di quanto ipotizzato. La fine della mappatura, destinata ad aprire nuovi filoni di ricerca, rivela anche che è il cromosoma Y, presente nel genere maschile, a essere la fonte delle variazioni genetiche legate all'evoluzione della specie.