Il 27 gennaio 1861 in Italia si svolge il primo turno delle elezioni dei deputati del primo Parlamento nazionale. Le elezioni politiche per la prima Camera (il Senato è di nomina regia) si svolgono sulla base della Legge del regno di Sardegna del 17 marzo 1848 n. 680, in base alla quale hanno diritto al voto i cittadini maschi alfabetizzati che godano dei diritti civili e politici, che abbiano compiuto 25 anni e che paghino un annuo censo di imposte che va dalle 40 lire del Piemonte alle 20 della Liguria. Oltre al censo, comunque, sono ammesse al voto categorie di elettori in base a requisiti di capacità, come professori di università, magistrati, ufficiali. Inoltre, la legge, per allargare ancora il diritto elettorale, aggiunge un'altra categoria: possono essere elettori, se possiedono la metà del censo richiesto, i laureati, i notai esercenti e gli ufficiali in pensione. Infine, la legge consente l'iscrizione nelle liste di commercianti, industriali, artigiani i quali, non pagando particolari imposte dirette relative alle loro attività, ne sarebbero altrimenti esclusi. Nonostante ciò, su una popolazione di 22.182.377 abitanti, gli elettori per i 443 deputati sono 418.696 (1,9%). Il sistema elettorale è fondato sul collegio uninominale a due turni francese. Si ricorre al secondo turno quando nessuno dei candidati abbia ottenuto, al primo turno, più di un terzo dei voti rispetto al numero degli iscritti nel Collegio e più della metà dei suffragi dati dai votanti, esclusi i voti nulli. Nel ballottaggio si vota per uno dei due candidati che hanno riportato più voti al primo turno. E' eletto chi riporta la maggioranza semplice, senza altra condizione.