Il 17 gennaio 1991 a Roma, la Corte costituzionale, con sentenza n. 47/1991, respinge le richieste di 2 referendum abrogativi. Nel 1990, su iniziativa di Mario Segni, Augusto Barbera, Marco Pannella, Antonio Baslini ed altri, vengono proposti tre referendum in materia elettorale per: modificare in senso uninominale maggioritario la legge elettorale per il Senato; abolire la possibilità di esprimere piú di una preferenza per i candidati di lista per l'elezione della Camera dei Deputati; estendere a tutti i Comuni il sistema elettorale vigente per quelli minori, dove il sindaco è scelto in modo indiretto dagli elettori.
La Corte costituzionale dichiara inammissibili i due quesiti su Senato e Comuni, ammettendo soltanto il quesito sulla preferenza unica.