Il 10 gennaio 1931 Vincenzo Azzolini viene nominato direttore della Banca d'Italia in sostituzione di Bonaldo Stringher morto il 24 dicembre 1930. Governatore della Banca d'Italia fino al 1944, in un'epoca di profonde trasformazioni delle strutture economiche e finanziarie del nostro paese. Azzolini è designato al vertice della Banca nell'anno della catastrofe del sistema monetario internazionale e mentre vanno dispiegandosi anche in Italia gli effetti della grande depressione dei primi anni Trenta. I costosi interventi nelle crisi bancarie vedono Azzolini mediatore tra il modello privatistico-liberale della banca d'emissione, e i nuovi obiettivi pubblicistici che stanno con chiarezza emergendo. Il processo che si sviluppa sulla spinta di questi eventi e che è a capo alla riforma bancaria del '36 plasma la Banca centrale come oggi la conosciamo, da un lato attribuendole maggiori poteri e dall'altro inserendola definitivamente nella sfera pubblica. La vicenda della riserva aurea della Banca asportata dai nazisti durante la guerra mondiale è una personale tragedia nella vita del governatore, che deve subire una lunga vicenda giudiziaria, peraltro conclusasi con la sua piena assoluzione.