Il 28 dicembre 1870 a Roma - alle 2 di notte - la piena del Tevere raggiunge il massimo di 127 mm di acqua e dopo le prime avvisaglie del 26 dicembre una disastrosa inondazione colpisce anche i quartieri più lontani dal corso del fiume e il popolo viene confermato nella sua opinione corrente che le piene sono un segno premonitore di eventi significativi. Già Livio attesta che le piene del Tevere, spesso disastrose, sono ritenute dal popolo romano annunciatrici di eventi importanti o punizione degli dei irati, e certo comportano - oltre che distruzioni - epidemie causate dal ristagno delle acque. Ancora nel XIX secolo il fatto che l'arrivo dei Piemontesi a Roma sia salutato dall'alluvione del 27 e 28 dicembre conferma appunto il popolo romano nella sua opinione antica e mai abbandonata.