Il 20 novembre 1940 Hitler invia una lettera a Mussolini nella quale esprime la sua amarezza per l’insuccesso dell’impresa di Grecia e la sua preoccupazione per gli evidenti dissidi in seno al Comando Supremo italiano. Hitler sostiene che l’acquisizione di basi aeree in Grecia (a Atene, Salonicco, Larissa e Arta) consente agli inglesi di bombardare i pozzi petroliferi romeni di Ploesti. Perciò giudica necessario un intervento tedesco, che tuttavia non potrà realizzarsi prima del 15 marzo 1941. Secondo Hitler, Mussolini deve cambiare radicalmente politica nei confronti della Iugoslavia, che occorre attrarre nell’orbita dell’Asse, eventualmente promettendole il porto di Salonicco quando la Grecia sarà stata battuta. Mussolini non deve poi dimenticare che le basi aeree inglesi in Grecia costituiscono una minaccia per l’Albania e per tutta l’Italia meridionale. Secondo Hitler, infine, occorre sbarrare il Mediterraneo, cercare un’intesa con la Turchia, convincere la Romania ad accettare un più forte presidio tedesco e l’Ungheria a consentire il passaggio della Wehrmacht, sconfiggere gli inglesi in Africa settentrionale, indurre la Spagna a entrare nel conflitto attaccando Gibilterra. È una vera lezione politico-strategica, una tirata d’orecchi, addolcita da una premessa, comunicata verbalmente al ministro degli esteri italiano Galeazzo Ciano, circa la calda e immutata amicizia che lo lega al dittatore italiano.