Il 12 novembre 1980 muore in un incidente stradale a Guadalajara (Spagna) lo storico e scrittore sovietico dissidente Andrei Amalrik. Andrei Alekseevich Amalrik nasce il 12 maggio 1938 a Mosca Russia, Urss) e dal 1959 frequenta la Facoltà di Storia dell’Università moscovita, dalla quale viene espulso nel 1963 a causa del suo studio “I Normanni e la Russia di Kiev”. Arrestato nel 1965, Amalrik viene mandato in un campo di lavoro siberiano. Liberato nel 1966, racconta la propria esperienza nel libro “Viaggio involontario in Siberia” e nel 1969 scrive il saggio “Sopravviverà l’Unione Sovietica fino al 1984?” che prevede una crisi incombente del sistema sovietico, che avrebbe portato secondo l’autore alla scomparsa dell’Urss nell’arco di quindici anni, soprattutto a causa della minaccia cinese. Il libro viene ampiamente diffuso nel samizdat e viene pubblicato nello stesso anno anche in Olanda e poi in altri Paesi occidentali. Il 31 dicembre 1970 Andrejj Amalrik, in base all’art. 190/1, viene condannato dal Tribunale di Sverdlovsk (Urss) a 3 anni di lager a regime speciale. Il Kgb invita Amalrik aemigrare e nel 1976 con la sua famiglia va in Olanda.