Il 27 ottobre 2000 a Napoli, nell'inchiesta sui pedofili via internet sono millecinquecento le persone coinvolte, seicentosessanta gli indagati all’estero e la Procura chiede il rinvio a giudizio anche per ottocentotrentuno italiani. L'esercito di pedofili è scoperto grazie ad giovane finanziere che si finge gestore di una comunità virtuale di pedofili e al colosso dell’informatica Microsoft Italia, che crea un sistema capace di stabilire l’identità di chi si iscriveva. Il pubblico ministero che segue l'inchiesta accusa politici e partiti di coprire il fenomeno invece di combatterlo. Il Csm allarmato chiede l’acquisizione degli atti, mentre in Parlamento i partiti rifiutano le accuse invitando il magistrato a fare dei nomi precisi.