Il 13 ottobre 2000 a Oslo (Norvegia) il Nobel per la pace viene assegnato al presidente sudcoreano Kim Dae Jung, uno dei protagonisti principali della riunificazione della penisola coreana. Un processo che segna un'importante tappa: lo storico vertice di giugno a Pyongyang con il collega nordcoreano Kim Jong-Il. Nato il 3 dicembre 1925, in pieno dominio coloniale giapponese, Kim Dae-Jung nel 1950 viene imprigionato dai comunisti invasori di Kim Il Sung. Scampa alla condanna a morte, grazie allo sbarco delle truppe americane guidate dal generale Mc Arthur a Inchon, porto di Seul, che costringe i comunisti al ripiegamento. Tutti gli altri anni di prigione, sette in tutto, gli arrivano dai dittatori militari sudcoreani Park Chung-hee (1961-1979) e Chun Doo-hwan (1980-1988). E le idee guida del suo programma politico arrivano a maturazione con la vittoria nelle presidenziali del 1997, all'età di 72 anni, dopo due sconfitte nel 1987 e nel 1992.