Il 13 ottobre 2000 a Stoccolma (Svezia) per la prima volta nella storia del Nobel della Letteratura il premio è assegnato a un cinese: Gao Xingjin, drammaturgo, romanziere, regista teatrale e traduttore. L'artista, sessantenne, è anche uno dei più noti dissidenti del regime comunista di Pechino. Dagli anni Ottanta vive in Francia, dove è considerato uno degli esponenti di spicco dell'avanguardia letteraria sino-francese. La sua è "un'opera di portata universale, segnata da un'amara presa di coscienza e da un'ingegnosità di linguaggio che ha permesso di aprire nuove frontiere all'arte del romanzo e del teatro cinesi". Questa la motivazione dei giurati. Le sue prime opere, per lo più saggi, pubblicati a partire dal '78, suscitano in Cina un vasto dibattito. La sua prima opera per le scene, "Segnale d'allarme" (1982) segna la nascita del "Movimento del piccolo teatro", una sorta di teatro dell'assurdo in versione orientale. Il più noto romanzo di Gao è "La montagna dell'anima", scritto dal 1982 al 1989.