Il 13 ottobre 1820 a Milano Silvio Pellico viene prelevato da casa dal Conte Villata e arrestato per sospetta collusione con la Carboneria. Durante gli interrogatori Pellico respinge con fermezza ogni accusa. Sembra che il suo arresto sia conseguenza delle ammissioni di Pietro Maroncelli. I due restano in carcere Milano sino al 20 febbraio 1821 poi vengono trasferiti a Venezia e rinchiusi nelle Carceri dei Piombi dove il 21 febbraio 1822 vengono condannati a morte, pena poi commutata in quindici anni di carcere duro, da scontarsi nella fortezza dello Spielberg, a  Brno (Moravia, oggi Repubblica Ceca) dove vengono trasferiti partendo da Venezia nella notte tra il 25 e il 26 marzo 1822. La dura esperienza carceraria, che si conclude con la grazia imperiale il 17 settembre 1830 e il rimpatrio, costituisce il soggetto dell'opera autobiografica "Le mie prigioni", che ha grande popolarità ed esercita notevole influenza sul movimento risorgimentale, tanto che il Principe Metternich ammette che il libro danneggia l'Austria più di una battaglia perduta.