Il 6 ottobre 1820 a Milano gli austriaci arrestano il patriota, musicista e scrittore Piero Maroncelli, amico, compagno d'avventure e di carboneria dello scrittore Silvio Pellico. Le rivelazione del Maroncelli portano, il 13 ottobre 1820, all'arresto e alla traduzione di Silvio Pellico nel carcere dei Piombi, a Venezia. Condannato a morte, Maroncelli ha la pena commutata in venti anni di carcere duro da scontare nella fortezza dello Spielberg. Passano dieci anni di patimenti atroci; solo quando un tumore al ginocchio gli rese impossibile ogni movimento, il medico ordina che gli vengano tolti i ferri: poco tempo dopo il chirurgo, per salvarlo dalla cancrena, gli amputa l'arto ammalato. Il giovane, che ha sopportato con stoicismo la prova terribile per ringraziare il chirurgo gli offre una rosa. Il 30 agosto 1830, per grazia sovrana, Piero Maroncelli, con Silvio Pellico, viene liberato dal carcere; in seguito viene esiliato a Parigi (Francia).