Il 21 settembre 1990 ad Agrigento il giudice Rosario Livatino viene ucciso a 38 anni dalla mafia in un agguato sul viadotto Gasena lungo la SS 640 Agrigento-Caltanissetta mentre, senza scorta e con la sua auto si reca in Tribunale. Per la sua morte verranno individuati, grazie al supertestimone Pietro Ivano Nava, i componenti del commando omicida e i mandanti che saranno tutti condannati, in tre diversi processi nei vari gradi di giudizio, all'ergastolo con pene ridotte per i "collaboranti". Rimane ancora oscuro il contesto in cui matura la decisione di eliminare un giudice ininfluenzabile e corretto. Rosario Livatino, "il giudice ragazzino" come sarà poi soprannominato, nasce il 3 ottobre 1952 a Canicattì (Agrigento) e si laurea in Giurisprudenza a Palermo il 9 luglio 1975 a 22 anni col massimo dei voti e la lode ed entra giovanissimo nella magistratura. Sostituto Procuratore della Repubblica, si occupa delle più delicate indagini antimafia, di criminalità comune ma anche, nel 1985, di quella che poi negli anni '90 sarebbe scoppiata come la "Tangentopoli siciliana". Quindi Rosario Livatino presta servizio presso il Tribunale di Agrigento quale giudice a latere e della speciale sezione misure di prevenzione.